INTERVENTI NON FARMACOLOGICI SUI DISTURBI COMPORTAMENTALI DELLA DEMENZA EFFICACI COME I FARMACI

Articolo di: Annalisa Barbier

 

Una ricerca effettuata dal Dementia Collaborative Research Centre  dell’Università del “New South Wales” di Sydney (Brodaty HArasaratnam C. Am J Psychiatry. 2012 Sep;169(9):946-53),  ha confermato l’importanza della figura del caregiver nel trattamento efficace dei disturbi comportamentali nei pazienti affetti da demenza.

I ricercatori hanno eseguito una meta analisi di 1.665 articoli scientifici pubblicati in letteratura sul ruolo dei caregiver nel gestire e trattare efficacemente i disturbi comportamentali dei pazienti dementi. Le variabili considerate riguardano la gravità e la frequenza dei disturbi comportamentali studiati, il comportamento e le reazioni dei caregiver in relazione a tali disturbi ed il livello di stress del caregiver, correlato alla gestione delle manifestazioni comportamentali di demenza.

I risultati di questa analisi sono molto interessanti ed incoraggianti: essi confermano il ruolo centrale ricoperto dalla figura del caregiver nel gestire efficacemente e nel ridurre significativamente l’entità e la frequenza dei sintomi psicologici e comportamentali nei loro cari affetti da demenza.

L’intervento comportamentale (non farmacologico) eseguito dai caregiver precedentemente formati infatti, si è rivelato efficace nel ridurre la frequenza e la severità dei sintomi comportamentali e psicologici della demenza, con un effetto praticamente uguale a quello indotto dalla terapia farmacologica (con farmaci antipsicotici, ansiolitici ed antidepressivi). Inoltre, si è mostrato in grado di ridurre il livello di stress nel caregiver stesso.

La ricerca ha identificato quali  interventi maggiormente efficaci, quelli che un numero variabile di 9 a 12 sessioni (in base alle necessità del paziente) formative, somministrate al domicilio del paziente e del caregiver.

Ciò significa che formare ed informare il caregiver sulle strategie più efficaci ed adeguate di gestione del paziente al proprio domicilio, rappresenta uno strumento estremamente efficace per:

  1. ridurre le manifestazioni comportamentali e psicologiche di malattia nel paziente
  2. ridurre lo stress derivante dal ruolo assistenziale, nel caregiver

 

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