LE CONVINZIONI CHE CI BLOCCANO

A cura di: Annalisa Barbier

 

Il termine “convinzioni irrazionali” fu coniato dallo psichiatra americano Albert Ellis (1957-1962) fondatore della RET (Rational-Emotive Therapy) o terapia razionale emotiva, poi divenuta REBT (Rational-Emotive Behaviourn Therapy).

Egli si basò sull'osservazione che molte persone soffrivano di malesseri psicologici a causa del loro peculiare modo di vedere le cose e attribuire significato agli eventi. 

Ellis attribuiva importanza alla presenza di "convinzioni irrazionali",  create da un modo sbagliato di usare la logica d il ragionamento, che danno vita ad una visione del mondo poco realistica e "distorta" dal filtro applicato attraverso tali convinzioni.

Tali convinzioni irrazionali - che si esprimono attraverso pensieri automatici - danno vita a stati d'animo spiacevoli che a loro volta inducono a mettere in atto comportamenti disfunzionali, assurdi o addirittura lesivi e controproducenti per l'individuo.

Ellis considera tre elementi importanti nella sua teoria:

  1. Cognizioni (pensieri e convinzioni)
  2. Emozioni e stati d'animo 
  3. Comportamenti

sottolineando come questi tre elementi siano tra loro correlati, poiché se ho determinate convinzioni tenderò ad interpretare gli eventi in un certo modo, proverò certe emozioni e metterò di conseguenza in atto comportamenti più o meno funzionali, che derivano dalle mie cognizioni.

Perciò se nutriamo convinzioni irrazionali o eccessive o fuori luogo, queste daranno vita ad un modo distorto di vedere la realtà ed influenzeranno le nostre emozioni, dando origine a comportamenti negativi o controproducenti e creando quindi un disagio psicologico o una vera e propria patologia.

 

I PRINCIPI DELLA RET

  1. i nostri stati d'animo dipendono da quello che pensiamo
  2. quando proviamo una sofferenza emotiva che ci blocca, probabilmente stanno prevalendo pensieri irrazionali disfunzionali
  3. questi pensieri disfunzionali possono essere identificati e modificati attraverso la terapia
  4. Il modo migliore per ridurre la sofferenza psicologica consiste nel modificare i pensieri disfunzionali

LE CONVINZIONI IRRAZIONALI

Ellis ha individuato 11 convinzioni disfunzionali che rappresentano ideologie, convinzioni e atteggiamenti correlati ai più importanti disturbi emotivi e comportamentali: ansia, depressione, rabbia, colpa, procrastinazione, odio. Queste idee convinzioni originano a loro volta secondo l'autore da delle "DOVERIZZAZIONI" che sono alla base dei disagi psicologici di ansia, rabbia, frustrazione, depressione, dipendenza, abbandono ecc... 

  • DOVERIZZAZIONI SU SE STESSI: devo agire bene ed essere approvato da tutte le persone per me significative, altrimenti sono completamente un incapace e ciò è terribile
  • DOVERIZZAZIONI SUGLI ALTRI: gli altri devono trattarmi bene ed agire come io penso che debbano assolutamente agire, altrimenti meritano di pagarla
  • DOVERIZZAZIONI SULLO STILE DI VITA: le cose devono andare proprio come io pretendo che vadano, altrimenti la vita è insopportabile

 

1) Io, essere umano adulto, ho assoluto bisogno (estrema necessità o esigenza) di venire (sempre) amato, stimato e approvato (o almeno non giudicato male – o al minimo ignorato) da tutte le persone (che io ritengo) significative (importanti) del mio ambiente = da tutti quelli che dico io – altrimenti è gravissimo, orribile, terribile, catastrofico.

2) Io devo assolutamente essere (e/o dimostrarmi) sempre perfettamente adeguato, competente e di successo in tutto quello che faccio e sotto ogni rispetto (o almeno in questa cosa specifica, oppure in almeno una cosa) – altrimenti sono indegno di valore = valgo poco o niente.

3) Tutte le persone che dico io (compreso me stesso) devono assolutamente comportarsi (sempre) come mi pare giusto (come dico io) – altrimenti sono intrinsecamente cattive, malvagie e scellerate, e quindi meritano di essere severamente condannate e punite (anche perché così imparano).

4) Tutte le cose devono assolutamente andare (sempre) come piacerebbe a me, come mi sembra giusto che vadano (insomma, come dico io) – altrimenti è inaccettabile, intollerabile, insopportabile (io non lo accetto, non lo tollero, non lo sopporto).

5) La mia infelicità (disagio, ansia, depressione, angoscia, rabbia, eccetera) dipende da cause esterne (o essenzialistiche) e quindi io posso fare poco o niente per cercare di controllare le mie pene e i miei disturbi (varianti: io reagisco così – sono fatto/a così – è la mia natura, il mio carattere, la mia personalità).

6) Siccome può succedere (succedermi) qualcosa di brutto, pericoloso o dannoso allora:

a) mi devo preoccupare in continuazione;

b) devo pensare che succederà (quasi) di sicuro;

c) che succederà nelle forme peggiori;

d) che non ci potrò (non ci si potrà, nessuno ci potrà) mai fare nulla;

e) e che tutto finirà nel modo più orribile, terribile e catastrofico.

7) Se qualcosa mi sembra difficile (perché richiede impegno, fatica, disagio, o una mia assunzione di responsabilità, ovvero mi provoca ansia) allora mi conviene evitarla piuttosto che affrontarla.

8) Io sono debole (insicuro/a, incapace, handicappato/a, emotivamente instabile e facilmente vulnerabile) e quindi ho bisogno di qualcuno più forte a cui appoggiarmi e da cui dipendere – altrimenti non ce la posso fare (a vivere, a esser felice, a lavorare, a muovermi, ecc.).

9) Il mio passato (la mia infanzia, le mie esperienze precoci) è la determinante assoluta delle mie condizioni attuali; e se una volta qualcosa ha avuto una forte influenza su di me, allora continuerà per sempre ad esercitare lo stesso effetto – quindi non c’è niente da fare (la mia personalità, il mio carattere è stato formato in questo modo e quindi non si può cambiare).

10) Se qualcuno (gli altri, tutti gli altri o tutti quelli che dico io) ha qualche problema o disturbo o sofferenza che gli fa fare (dire, pensare o sentire) qualcosa che non mi piace (che mi sembra sconveniente, irragionevole, dannoso, ingiusto, ecc.) allora io mi devo tremendamente sconvolgere per questo motivo.

11) E’ sempre possibile trovare una soluzione perfetta (o avere una sicurezza assoluta, ovvero un controllo completo) di fronte a qualsiasi problema umano, e quindi io la devo assolutamente raggiungere – altrimenti succederanno catastrofi ed orrori.

 

COSA FARE?

La  prima cosa è DIVENTARE CONSAPEVOLI DEI PENSIERI AUTOMATICI che sono alla base dei nostri comportamenti e delle nostre reazioni, attraverso l'uso del diario ABC (che potete scaricare in allegato)

Quindi imparare a modificare gradualmente e con tenacia i pensieri irrazionali che sono responsabili dei comportamenti dannosi e della sofferenza psicologica.

Se volete saperne di più leggete il mio articolo: COME CORREGGERE I PENSIERI NEGATIVI

 

Fonte: "L'autoterapia razionale-emotiva. Come pensare in modo psicologicamente efficace", di Albert Ellis

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Commenti: 2
  • #1

    Vanessa (sabato, 23 aprile 2016 22:32)

    Grazie. Sono mesi che il mio terapista cerca di farmi capire questa cosa da fare ma io ancora non riuscivo bene a comprenderlo, forse ora riuscirò a capire quali pensieri sbaglio e a uscire da questo tunnel. Lo spero tanto

  • #2

    Annalisa Barbier (mercoledì, 27 aprile 2016 14:00)

    Buongiorno e grazie per seguire i miei articoli.
    Lieta che questo articolo le sia stato utile.
    Un caro saluto
    AB