IL NARCISISTA E IL PARTNER: LA DANZA DEGLI SCHEMI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scritto da: Dott.ssa Annalisa Barbier

 

PREMESSA: Userò il maschile molto spesso in questo articolo riferendomi al narcisista, per questioni meramente pratiche. Infatti, sebbene le statistiche mostrino una prevalenza di questo disturbo di circa il 70-80% a carico della popolazione maschile, è possibile riconoscerne una fetta anche all'interno della popolazione femminile!

 

Il narcisista lo si riconosce per l’attenzione all'apparenza, l’arroganza, la presuntuosità e la mancanza di empatia e rispetto verso l’altro. E' spesso una persona brillante e piacevole ad un primo sguardo, ma ci vuole poco per incontrare la sua mancanza di empatia, l’indisponibilità emotiva, l’atteggiamento critico e svalutante, la pressoché totale concentrazione dell’interesse unicamente sui propri bisogni. Le donne si riconoscono per la loro capacità di essere sempre all’ultima moda, perfettamente vestite e truccate e insopportabilmente dedite alla raffinata ed impegnativa arte di essere perennemente al centro dell’attenzione, con pose teatrali, incapaci di ascoltare altri al di fuori di se stesse.

Di seguito alcune caratteristiche comunemente riscontate nel tipo narcisista (uomo o donna):

  • egocentrico e accentratore
  • svalutante
  • richiedente
  • diffidente e geloso
  • perfezionista e ipercritico
  • snob (“io sono meglio di tutti gli altri, io sono speciale”)
  • incapace di mettersi nei panni degli altri
  • emotivamente freddo e distaccato
  • bugiardo e circostanziale
  • centrato su di sé
  • teatrale: vuole stare al centro dell’attenzione
  • approfitta degli altri per i suoi scopi
  • non prova dispiacere o rimorso
  • tende ad avere dipendenze o ad abusare di sostanze (dipendenza da sostanze, alcol, internet, sesso…)

Più di questi indicatori sono presenti, maggiore è l’entità “clinica” della manifestazione di narcisismo; il narcisismo infatti può essere considerato come un insieme di caratteristiche che si manifestano lungo un continuum che va da un narcisismo “sano” e adattivo, ad un narcisismo patologico e disfunzionale.


LA FERITA

La ferita del narcisista è fondamentalmente la ferita del non amore, del non essere stato visto per ciò che era davvero: 

egli è stato invece idealizzato, adulato e posto sul piedistallo in quanto speciale e perfetto (quindi in dovere di mantenere tale immagine esteriore per non perdere l’amore dei genitori), oppure ripetutamente ferito e svalutato quando esprimeva se stesso in maniera vera.

 

Teme le emozioni, teme la propria identità vera, teme il rifiuto e la mancanza di ammirazione e spesso finisce per dipendere letteralmente dall’ammirazione degli altri e dal sentirsi “unico e speciale”.

 

È un mondo ben triste…e il solo modo per cavarsela è “galleggiare a pelo d’acqua” rifuggendo l’intimità con l’altro, il contatto con il sé profondo, cercando a tutti i costi di essere perfetti e sentendosi speciali e unici. In ogni modo possibile.


I 18 SCHEMI DI JEFFREY YOUNG

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli individui narcisisti e le persone che subiscono la loro fascinazione e vi si trovano in relazione, possiedono specifici SCHEMI MALADATTIVI, che sono responsabili dei comportamenti disfunzionali presenti nella relazione. Jeffrey Young è il fondatore della “Schema Therapy”, una forma di concettualizzazione psicopatologica e di terapia, basata sull’approccio cognitivo comportamentale, gestaltico, interpersonale e sulla terapia basata sulle emozioni.

Questo approccio prevede il riconoscimento di 18 SCHEMI DISFUNZIONALI O TRAPPOLE che rappresentano veri e propri “temi di vita”, e derivano dalle esperienze dolorose infantili e adolescenziali in cui i bisogni fondamentali dell’individuo non sono stati soddisfatti in maniera adeguata. Ogni schema è costituito da aspetti cognitivi come pensieri e convinzioni, emozioni, percezioni, ricordi, comportamenti. Si formano dall’interazione del temperamento del bambino e delle difficoltà che incontra precocemente.

Gli schemi possono restare INATTIVI per lunghi periodi della vita, per poi ATTIVARSI,  spesso in modo automatico e inconsapevole, quando si verificano – nel presente – eventi e condizioni tali da rievocare la passata sofferenza: a quel punto lo schema ci “sequestra” totalmente e veniamo risucchiati all'indietro, riportati indietro di anni, finendo con il rivivere il passato invece di vivere nel presente, nel “QUI E ORA”.

I 18 SCHEMI DISFUNZIONALI individuati dall'autore sono i seguenti:

 

1)     Abbandono/Instabilità

2)     Sfiducia/Abuso

3)     Deprivazione Emotiva

4)     Inadeguatezza/Vergogna

5)     Isolamento Sociale

6)     Dipendenza/Incompetenza

7)     Vulnerabilità

8)     Invischiamento/Sé Poco Sviluppato

9)     Fallimento

10)         Pretese/Grandiosità

11)         Scarso Autocontrollo E Disciplina

12)         Sottomissione

13)         Auto sacrificio

14)         Ricerca Di Approvazione

15)         Negatività/Pessimismo

16)         Inibizione Emotiva

17)         Standard Severi/Ipercriticismo

18)         Punizione

 

Senza entrare nel merito di ogni singolo schema per descriverne origine, caratteristiche e modalità di manifestazione, ci limitiamo in questa sede a individuare quali sono  gli schemi tipici dei narcisisti e quelli che essi sono in grado di ATTIVARE nell’altro (W.T. Behary, “Disarmare il narcisista”).


Schemi tipici nel narcisismo

 

 

·       

 

 

 

  • DEPRIVAZIONE EMOTIVA. “nessuno potrà amarmi per ciò che sono davvero” dice il narcisista, ergo “non devo avere bisogno di nessuno” (stile di coping si ipercompensazione). Freddezza, distacco emotivo;
  • INADEGUATEZZA/VERGOGNA. Ad un livello profondo ed inconsapevole, si sente non amabile e si vergogna di sé. Tale sensazione viene mantenuta al di fuori della coscienza anche attraverso attività autoconsolatorie compulsive (troppo lavoro, sport, ecc…) e provoca il continuo bisogno di conferme del proprio valore eccezionale, di ammirazione e approvazione per il suo essere speciale;
  • SFIDUCIA/ABUSO. Crede che gli altri siano gentili con lui per ottenere qualcosa; è scettico e diffidente sulle motivazioni altrui e mantiene le distanze;
  • AUTOCONTROLLO INSUFFICIENTE. Rifiuta limiti e regole, che si applicano solo agli altri. Non tollera la frustrazione di non ottenere subito ciò che vuole;
  • PRETESE/GRANDIOSITA’. È lo schema tipico del narcisista. Ha bisogni grandiosi, si sente speciale e unico, vuole essere trattato di conseguenza con riguardi speciali. Ha sogni grandiosi e si sente superiore: tutto questo serve anche a “consolare” la strisciante e inconsapevole sensazione di non amabilità e inadeguatezza.
  • RICERCA DI APPROVAZIONE. Anche in questo caso lo schema cerca di soddisfare il bisogno di approvazione legato alla sensazione di non amabilità e inadeguatezza che viene mantenuta, per la maggior parte del tempo, fuori dalla coscienza. L’approvazione è il carburante necessario a tenere in movimento il meccanismo della perfezione/specialità. È un’ipercompensazione del profondo senso di solitudine e inadeguatezza;
  • STANDARD SEVERI. La spontaneità e il lasciarsi andare rappresentano una minaccia per il senso di inadeguatezza e non amabilità sottostante, perché potrebbero lasciar affiorare il vero Sé tenuto ben nascosto: perciò si deve sempre dar da fare per raggiungere la perfezione. Tenersi sempre impegnato per fare qualcosa…

 

Schemi innescati nel partner

 

 

 

 

 

 

  • DEPRIVAZIONE EMOTIVA. Convinti di non poter essere amati davvero da nessuno, queste persone trovano nel narcisista il “compagno di schema” perfetto per rimettere in piedi le antiche scene: si sentono tristi, soli e non amati ma è tutto ok. SI tratta di qualcosa di familiare;
  • SFIDUCIA/ABUSO. Gli abusi e il comportamento profittatore del narcisista rievocano vecchi ricordi e scene del passato: ci si sente come se di dovessero comunque sopportare, come si ha sempre fatto, fatto e che nulla cambierà. È familiare anche questo;
  • ABBANDONO. Tanta è la paura di restare da soli che si vorrà sopportare di tutto dal narcisista pur di non essere lasciati;
  • INIBIZIONE EMOTIVA. Si tengono le proprie emozioni ben nascoste e controllate per non disturbare, per non essere inopportuni. Il narcisista si abbandona a insopportabili sfuriate, con la stessa naturalezza con la quale chi ha questo schema resta silenzioso e attonito a sopportare;
  • AUTOSACRIFICIO. “Non devo chiedere nulla per me”, “devo preoccuparmi prima degli altri” dice lo schema. E il narcisista renderà questo atteggiamento ancora più radicato richiedendo attenzioni, sacrifici e premure solo per sé come un diritto acquisito;
  • SOTTOMISSIONE. Chi ha questo schema attivo, ha difficoltà a far valere i propri bisogni e desideri; il narcisista, con i suoi atteggiamenti minacciosi e intimidatori renderà ancora più difficile esprimere rabbia e disappunto.
  • INADEGUATEZZA/VERGOGNA. Quando è attivo, questo schema provoca sensazioni di inadeguatezza e non amabilità; ci si sente dunque in dovere di fare ciò che l’altro si aspetta, di mettersi sempre in discussione, di sentirsi in colpa per ciò che non funziona…
  • STANDARD SEVERI. Figlio dell’inadeguatezza. Quando questo schema è attivo, si cerca di diventare sempre più tenacemente il partner/figlio/amico/collega perfetto facendo sforzi enormi, rinunciando a ciò che si sente nel profondo e tentando di vivere secondo gli standard degli altri.

 

 

 



SIMILIA SIMILIBUS...

Osservando gli schemi del narcisista e del partner del narcisista, emergono alcune similitudini: entrambi infatti condividono alcuni schemi disfunzionali.

 

Si tratta degli schemi di: Inadeguatezza/Vergogna, Deprivazione Emotiva, Sfiducia/Abuso e Standard Severi, schemi che originano dalle precoci esperienze di deprivazione di cure amorevoli, accoglimento, protezione e rispetto, riconoscimento e amore incondizionato.  Solo che essi reagiscono al dolore in maniera diversa:

  1. il narcisista IPERCOMPENSA attraverso la creazione di un GRANDIOSO SENSO DI SÉ e di una barriera di DISTACCO DALLE EMOZIONI (“devo essere assolutamente indipendente, attento a non farmi fregare, distaccato, capace di cavarmela da solo, devo essere il migliore di tutti”)
  2. il partner tipico del narcisista ha un atteggiamento diverso di reagire agli schemi disfunzionali: la RESA. Si arrende al senso di inadeguatezza e di non amabilità, si arrende alla convinzione che presto verrà abbandonato, si arrende alla voce interna che gli dice “devi fare di tutto per renderti amabile, devi tollerare tutto dall’altro o ti lascerà, non sei abbastanza in gamba, devi mettere da parte le tue necessità, devi fare di più…”

Queste similitudini di fondo tuttavia, si esprimono con atteggiamenti complementari nel narcisista e nel partner, dando vita ad una sorta di “danza degli schemi” potenzialmente infinita e decisamente dolorosa, all’interno della quale ogni passo dell’uno fa eco al passo complementare dell’altro in una spirale di insoddisfazione e sofferenza crescenti.

È quindi molto importante conoscere e riconoscere i propri schemi disfunzionali, imparando a capire:

1)     QUANDO SI ATTIVA UNO SPECIFICO SCHEMA

2)     QUALI SEGNALI INDICANO CHE SI È ATTIVATO: potrebbero essere sensazioni fisiche in particolari parti del corpo come lo stomaco, il petto o la gola…

3)     QUALI EMOZIONI E STATI D’ANIMO SI ASSOCIANO AD ESSO: tristezza, paura e ansia, inquietudine, rancore e rabbia, preoccupazione ecc…

4)     QUALI RICORDI CI RIEVOCA DAL PASSATO: immagini di episodi dell’infanzia, ricordi di cose accadute molto tempo fa…

5)     QUALI COMPORTAMENTI CI SPINGE A METTERE IN ATTO: sottomissione e tolleranza eccesiva, eccessiva dedizione e trascuratezza delle proprie necessità e ragioni, fare di tutto per trattenere l’altro…

6)     QUALI CONSEGUENZE SI OTTENGONO CON TALI COMPORTAMENTI: ci accorgeremmo probabilmente che si tratta di comportamenti che non fanno che ripetere sempre la stesa spirale di sofferenza

 

Una volta comprese queste fasi, è possibile introdurre qualche piccolo e graduale cambiamento a due livelli:

  • Modificando e mettendo in discussione le convinzioni distorte che sono alla base dello schema disfunzionale;
  • Modificando i comportamenti che si era soliti attuare, sostituendoli con azioni più sagge, libere e salutari;
  • Lavorando sulle emozioni legate a specifici ricordi

Se è possibile imparare a fare questo lavoro su di Sé anche autonomamente, è certamente preferibile chiedere il supporto di un professionista che sia in grado di seguire questo processo con amore e preparazione e che sia soprattutto in grado di trasmettere quell’accoglimento amorevole, qual accettazione incondizionata e quel senso di “base sicura” che sono venute a mancare nelle prime importanti fasi della vita emotiva.

 

APPROFONDIMENTI: "Disarmare il narcisista" di W.T. Behary; IL NARCISISMO; L'ALTRA FACCIA DEL NARCISISTA

 

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Commenti: 19
  • #1

    Milziade (martedì, 11 luglio 2017 13:20)

    Buongiorno Dr.ssa, sono un uomo, vittima di una lei narcisista. Voglio congratularmi con Lei, per il sostegno a dire poco immenso. Complimenti e Buon lavoro

  • #2

    annalisa barbier (martedì, 11 luglio 2017 14:16)

    Gentile Milziade, la ringrazio per le sue parole e sono felice di poter essere utile con i miei articoli. UN caro saluto

  • #3

    Angela (mercoledì, 02 agosto 2017 20:11)

    Salve Dottoressa,mi complimento con lei per il sito e l'attività divulgativa,temi su cui ci si rende conto di non saperne mai abbastanza purtroppo.
    Volevo chiederle,il manipolatore affettivo è sempre narcisista?
    In questi due ultimi anni,a causa di un periodo di fragilità ,penso di aver toccato con mano diverse persone problematiche.Un narcisista che mi ha praticamente provocato un crollo psicologico con tutto il corollario del caso,molto grave.Questo mi ha portato ad interrogarmi su molte persone che avevo attorno,sono ancora in una fase di riassestamento,ed inizio ad avere dei seri dubbi su una persona che in effetti ha mostrato a me tutti i comportamenti della manipolazione affettiva,una persona in cui credevo e che sembrava volesse aiutarmi,ma non so come si sono reinvertite nuovamente le parti.La delusione di essermi fidata nuovamente di una persona non sana per me,mi pesa molto.Avendo familiari che hanno atteggiamenti molto simili,mi chiedevo che tipo di atteggiamento avere nei loro confronti.Preoccupato riguardo il loro narcisismo oppure comprensivo riguardo il loro bisogno di affetto,certo evitando la trappola manipolativa?
    Mi chiedevo appunto,ripeto,chiunque manipoli è narcisista?
    I tratti narcisisti sin dove sono "comprensibili" Qual'è il confine con il sano e il patologico?
    Grazie mille per l'attenzione
    Angela

  • #4

    Annalisa (mercoledì, 02 agosto 2017 20:56)

    Gentile Angela, grazie per apprezzare il mio blog.
    In merito alla sua domanda posso dirle che di fatto, tutti noi ricorriamo sporadicamente a comportamenti "manipolatori" per ottenere ciò che desideriamo ma la gravità di questi comportamenti, come scrivo nel mio articolo sulla manipolazione emotiva, fa la differenza. I narcisisti sono spesso manipolativi, ma non tutti i manipolatori sono narcisisti... e non tutte e forme di manipolazione sono necessariamente patologiche o indicative di patologia. Occorre fare distinzioni. Il confine tra comportamenti "sani" e "patologici" sta nella rigidità, pervasività, nel fine di tali comportamenti. I disturbi di personalità sono tali poiché divengono rigidi e pervasivi sin dalla giovane età, compromettendo la qualità delle relazioni interpersonali e la capacità della persona di mantenere un buon funzionamento a livello lavorativo, sociale ed interpersonale. Resta il fatto, a mio avviso, che al di là delle definizioni diagnostiche occorre considerare la qualità dei rapporti: se ci si imbatte in persone che mostrano comportamenti irrispettosi, manipolatori, svalutanti, sfruttatori, freddi e privi di considerazione per latro, è sempre meglio - se possibile - chiudere la relazione o limitare la frequentazione per non incorrere in spiacevoli disagi. Occorre inoltre rafforzare la propria autostima, la fiducia nel proprio punto di vista e nelle proprie percezioni per non lasciarsi raggirare o manipolare da persone senza scrupoli.
    Un caro saluto

  • #5

    Angela (mercoledì, 02 agosto 2017 23:51)

    Dottoressa la ringrazio molto per la solerzia della risposta,ma soprattutto per la capacità esaustiva e la chiarezza.
    La ringrazio nuovamente per l impegno.
    Grazie
    Angela

  • #6

    maria (venerdì, 06 ottobre 2017 14:09)

    Complimenti per lo splendido ed esauriente articolo,una super pillola di pronto soccorso quantomeno per capire che mostro stiamo combattendo
    grazie davvero

  • #7

    Fabio (venerdì, 15 dicembre 2017 15:40)

    Trovo ottimo lo schema. Vittima di una donna narcisista per 4 anni, mi sono reso conto che non potevo soddisfarla abbandonandola e che lei non potrà mai concedersi ed uscirne dal narcisismo, cercando il pelo nell'uovo per criticare il partner e restare insoddisfatta. Mi ha lasciato e poi cercato innumerevoli volte ma avendo capito di avere affianco una persona malata che si crogiola e ama il suo oceano narcisista ho deciso di uscirne.

  • #8

    Franco (lunedì, 14 maggio 2018 16:16)

    Ben scritto sebbene la mia esperienza sia stata terrificante con i Terapeuti.Maledico il giorno in cui ho iniziato.Io ho incontrato persone aggressive svalutanti e pronte a propagandare i loro modelli:Transazionale mi sno trovato malissimo,Gestalt mi ha portato in depressione quasi e la PnL per favore cancellatela e' pericolosa come psicoterapia.Finito dallo Psichiatra ero convinto di essere matto ma pare di no.Sono un dipendente affettivo che vive con un genitore Bipolare e un padre Narcisista separati.Tutta la famiglia scomparsa e io con questa Mamma ingombrante che fuori e' in un modo e in casa nn si sa cme sara'.E' dissociante.In 8 anni e spese infinite tutte le colpe del mondo erano le mie e ogni qual volta chiedevo un sostegno per mia mamma la risposta era simbiosi.Era cme parlare ad automi deficienti.Io credo che si debba iniziare ad analizzare il problema narcisistico nella componente medica che nn ha empatia.Queste persone trattano i clienti come cose ridicolizzandoli e aggredendoli.

  • #9

    Sara (venerdì, 31 agosto 2018 18:53)

    Buonasera, tutte le numerose caratteristiche del narcisista patologico da lei indicate le ritrovo nel mio "fidanzato". Dopo sette anni di sofferenza e tentativi di chiusura mi ritrovo ancora una volta io ad implorarlo, a chiedere scusa (di cosa?) e mi dico ce la farò, l'importante e' non chiedere nulla, non disturbare, non dissentire. Non sono una ragazzina e sono una persona intelligente, ho due figli avuti dal mio ex marito e sono, di per se' "piena di risorse". Eppure non riesco ad evitare questa umiliazione, queste promesse di rinunciare a ciò che mi fa piacere, che mi interessa, a me stessa. Ritengo che un'alternativa di vita sia troppo dolorosa da accettare. Ancora più di questa che lo e comunque. Mi dico che vele la pena soccombere, non pretendere nulla. Si può sopravvivere a tutto ciò? E se invece bisogna venirne fuori, ce la si può fare senza l'aiuto di un professionista?

  • #10

    Annalisa (lunedì, 03 settembre 2018 09:55)

    Gentile Sara,
    da quello che mi scrive, è lei stessa che ha deciso di non volersi dare alcuna alternativa di vita (senza sapere come sarà infatti la definisce già "troppo dolorosa"), e a stabilire che vale la pena soccombere. Cosa si aspetta? La sofferenza probabilmente non diminuirà solo perchè decide di abituarvisi. Siamo noi a chiudere i nostri orizzonti per paura e ad accontentarci pur di non rinunciare a qualcosa che ci piace ma ci fa male. Sta a lei decidere se vuole vivere o sopravvivere.

  • #11

    Matteo (giovedì, 15 novembre 2018 10:54)

    Complimenti per l'articolo! Sintetico ma allo stesso tempo esaustivo e illuminante.

    Convivo da diversi anni con una compagna che reputo rispondere al "narcisista" descritto in questo articolo e in altri che da tempo consulto per via della mia situazione.

    Lei nei miei confronti ha un atteggiamento molto freddo completamente privo di affetto. Non perde occasione per sfuriare ed inveire contro di me anche per cose molto banali (tipo aver lasciato socchiusa l'anta di un armadio), e lo fa con offese personali anche gravi che mi feriscono molto. Spesso rimango attonito e triste per diverse ore e mi siedo in un angolo del divano pensando e ripensando a quanto mi è stato detto.

    Non sono certo perfetto, ma se su una cosa riesco a migliorarmi e a comportarmi come lei vorrebbe non mi sento dire mai (ma proprio mai) "grazie" o "complimenti", viene tutto dimenticato e salta fuori subito una nuova inadeguatezza a fare le veci di quella precedente.

    I traguardi lavorativi della mia attività (modesti ma significativi e per me molto importanti) spesso vengono sminuiti e sviliti con frasi del tipo "non sei mica milionario" o in altri casi "vali qualcosa solo nel lavoro ma per il resto non vali nulla".

    Non voglio dilungarmi troppo (potrei scrivere per ore e ore), vorrei solo dire che questa situazione è gradualmente peggiorata e degenerata in seguito alla nascita di nostro figlio (che ha quasi 3 anni), tutto questo nonostante il mio lavoro mi abbia permesso di consentirle la comodità di rimanere a casa senza lavorare (sebbene glielo abbia da sempre sconsigliato).

    In tutti gli articoli di settore ho letto che da persone del genere occorre allontanarsi (lasciandole e ponendo fine alla relazione). Dio solo sa se lo farei (quanto lo VORREI FARE)!! ma non posso perché non sopporterei di lasciare mio figlio. In sostanza resisto solo ed esclusivamente per lui, perché vivere libero da lei (ma senza di lui) sarebbe anche peggio che sopportare lei (e temo che questo lei lo abbia capito).

    Ciò premesso, vorrei chiedere alla Dott.ssa Barbier se esistono tecniche, accorgimenti o strategie per poter convivere meglio con queste persone nella consapevolezza di non poterle lasciare (quantomeno sino a che il figlio non sarà grande).

    Grazie anticipatamente per l'attenzione che vorrà/potrà dedicarmi.

  • #12

    Annalisa (sabato, 17 novembre 2018 16:38)

    Gentile Matteo, grazie per la sua attenzione.
    Non mi dilungherò nel commentare ciò che mi scrive, che credo si commenti da sé. Mi limiterò dunque a rispondere alla domanda che mi ha posto, poichè ha sottolineato la volontà di non volersi allontanare in questo momento, da sua moglie.
    Posso suggerirle di leggere libri specifici in materia poiché una risposta qui sarebbe davvero difficile poichè richiederebbe tempo, spazio ed un contesto più privato.
    Esistono molti libri in materia; le suggerisco quelli della dottoressa Cinzia Mammoliti, oppure il libro di Wendy Behary o altri testi che aiutino a gestire le relazioni com persone aggrevvive e svalutanti.
    ma resto dell'idea che farsi supportare anche da un professionista potrebbe essere molto utile in questo momento per lei.
    Un affettuoso saluto

  • #13

    Elisazanotti1224@gmail.com (venerdì, 23 novembre 2018 20:30)

    Grazie �

  • #14

    Francesca (martedì, 15 gennaio 2019 17:48)

    Buonasera dottoressa,
    complimenti per l'ottimo schema e per l'utile blog.
    Dopo 30 anni di matrimonio ho capito che mio marito è un narcisista. E' stato molto abile ha saputo nascondersi dietro un viso che raramente ha messo in evidenza espressioni. E' stato un attore perfetto, ma si è tradito per un banale errore che mi ha permesso di riflettere e di rimettere in discussione tutta la nostra relazione. Ha recitato la parte del marito premuroso, tutti ci conoscono come una coppia perfetta, non abbiamo figli....
    Oggi mi rendo conto di aver pagato un prezzo altissimo. Siamo ancora insieme non so cosa avverrà nel futuro, separarsi di punto in bianco dopo 30 anni non è facile, siamo letteramente cresciuti insieme.
    Ora sono in cura da un professionista che spero mi aiuti ad uscire da questo "casino", anche lui è in cura chi sa se riuscirà a fingere anche con il terapeuta.
    Sono letteramente devastata.
    Un caro saluto.

  • #15

    Annalisa (sabato, 19 gennaio 2019 08:31)

    Cara Francesca,
    la sua esperienza è più comune di quanto si possa credere e vivere tanti anni con una persona con certe caratteristiche può diventare molto pesante e difficile. A volte pericoloso.
    Ha fatto la cosa giusta a chiedere il sostegno e l'aiuto di un professionista, che la potrà aiutare prima di tutto a rimettere in ordine i tanti tasselli di questa esperienza che, nel tempo, forse ha visto ma non ha messo in ordine, a ricostruire la propria fisucia in se stess. e la propria stabilità interiore per poi comrendere cosa vorrà fare di questa relazione: se riterrà opportuno ricostruire o rinunciare. Soo tanti i fattori che entrano in gioco e non è facile dopo tanti anni cambiare radiclmente... le auguro la forza interiore, la chiarezza e la serenità findamentali per star bene e capire cosa sarà davvero giusto fare. Un caro saluto!

  • #16

    Sabrina (venerdì, 04 ottobre 2019 06:23)

    Buongiorno dottoressa, ottimo il suo articolo.
    Dopo 8 anni di fidanzamento e 26 di matrimonio mi sono accorta di aver buttato la.mia vita nelle.mani di un narcisista.
    Per anni ho creduto che mi amasse e invece era solo tutta una finzione, gli servivo, gli servivo nella pulizia della casa, nelle.sue faccende private, nel.sesso e quando cercavo di rifiutarmi mi denigrava, mi umiliava, mi faceva sentire inutile, per poi dirmi il giorno dopo che ero importante, il fulcro della.famiglia. tutte bugie!
    Ho subito.violenza psicologica.per anni senza accorgemene.
    Abbiamo avuto delle.figlie e.purtroppo anche loro inconsapevolmente hanno.subito un padre che non ha fatto altro.che denigrare e privare.
    Per lui l'apparenza è tutto, ed.ora che gli ho detto.basta, che gli ho detto che voglio la separazione mi sta diffamando raccontando falsita, dicendo che sono malata ed altre cose che non sto ad elencare.
    Mi sono affidata ad una psicologa la quale mi ha consigliato il.centro antiviolenza donne e che ho deciso ovviamente di frequentare..perché sono cresciuta si..sono riuscita a dire dei no a lui..ma.ho bisogno di ulteriore forza nell'affrontare il tutto.
    Ho passato anni pensando di essere io quella sbagliata ed ora invece penso che questa cosa mi ha fatto capire quanto.io.sia una persona importante è soprattutto quanto io.sia.una persona pensante.
    Ho imparato ad amarmi, a volermi bene.
    Grazie ancora, questi articoli sono importanti, aiutano a capire.
    Un saluto affettuoso

  • #17

    annalisa (sabato, 12 ottobre 2019 18:35)

    Car Sabrina, sono io che ringrazio lei per questa sua testimonianza e le auguro con affetto ogni bene per la sua nuova vita.

  • #18

    lucia (venerdì, 05 febbraio 2021 00:19)

    Gentile Dott.ssa Barbier, la ringrazio molto per questo suo articolo. Da quasi 2 anni vivo una relazione con un partner che sembra avere tutti i tratti, anche se in misure non eguali, del narcisista da lei descritto. Menzogne, violenze post smascheramento ed idealizzazione di chi/ciò che nutre il suo narcisismo in primis. La mia personalità non risponde a quella qui descritta e nonostante mi senta terribilmente svuotata, estenuata e sfiduciata (principalmente per le tante energie spese, la scarsità di risultati, il reiterarsi di conversazioni cicliche), e con ripercussioni fisiche e sul piano dell'operatività non trascurabili, mantengo la testa alta e persevero nell'attesa di cambiamenti tangibili e di un suo passo deciso verso la psicoterapia. Sto cercando di lanciare stimoli ma di non veicolare troppo questa scelta, affinché sia lui a farlo con risolutezza e determinazione. Questo il quadro a grandi linee. Mi chiedevo se ci sono dei libri che può consigliare, per me ma soprattutto per lui, per accrescere la consapevolezza sulla brutalità di certi comportamenti, sulle loro conseguenze (danni fisici e psicologici per il partner) e sulla grande verità che in casi come questo, ma quasi per tutto, non ci si salva da soli. La ringrazio e spero di poterla conoscere presto.

  • #19

    Annalisa (domenica, 07 febbraio 2021 15:24)

    Cara Lucia, la ringrazio per aver condiviso la sua testimonianza. A volte le nostre relazioni con le persone care, diventano davvero difficili e sfidanti. In certe occasioni ci mettono dolorosamente di fronte ai nostri limiti, alle nostre paure, ai nostri schemi maladattivi... e per questo sono una grande opportunità di crescita, maturazione, correzione. Non conosco i termini della sua relazione ma da ciò che scrive sembra che lei ne soffra molto. Le suggerisco di riflettere bene sul da farsi, e di rispettare il limite della sofferenza che prova. Fare il possibile per aiutare la persona cara non dovrebbe trasformarsi nella convinzione di essere onnipotenti, né in una lunga, vana e frustrante attesa di qualcosa che non dipende da noi. Detto questo, le suggerisco una lettura che ho apprezzato molto: "Should I Stay or Should I Go?: Surviving a Relationship with a Narcissist" di Ramani Durvasula. Se non legge in inglese un altro interessante e semplice libro (per la mia diretta esperienza) è "Ho sposato un narciso" di Umberta Telfner, "L'illusione del narcisista" di Giancarlo Dimaggio, "Relazioni crudeli" di Nicola Ghezzani.