COSA E' L'ANSIA?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scritto da: Annalisa Barbier

 

Secondo l’American Psichiatric Associationl’ansia è “L’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuri, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione. Gli elementi esposti al rischio possono appartenere sia al mondo interno che a quello esterno” (APA, 1994).  Altri autori la definiscono come  “ (...) un’emozione che anticipa il pericolo in assenza di un oggetto chiaramente identificato” (Nisita e Petracca 2002) oppure come una sorta di paura priva di oggetto (Colombo, 2002).

Possiamo definire l’ansia come una sorta di “allarme” che viene attivato da specifici stimoli e segnali e che, una volta innescato, comporta una serie di modificazioni psicofisiologiche ben riconoscibili e finalizzate a produrre nell’individuo l’attivazione di una risposta comportamentale di attacco o fuga di fronte alla percepita (reale o percepita come tale). Si tratta di un MECCANISMO PROTETTIVO finalizzato a proteggere l’individuo da comportamenti potenzialmente dannosi o rischiosi.

Dunque, l’ansia in sé NON è una malattia ma bensì la fisiologica risposta ad uno stimolo percepito come minaccioso, finalizzata a metterci in salvo dal pericolo, con la fuga o con l’attacco.

L’ansia diventa un disturbo quando viene attivata da stimoli che non costituiscono realmente una minaccia alla sopravvivenza, ma vengono tuttavia considerati tali dall’individuo per apprendimento o per valutazione soggettiva: un esame, il giudizio altrui, animali, luoghi chiusi ecc. Diventa un disturbo quando ricorre in modo cronico e quando l’intensità e frequenza dei sintomi ansiosi impattano negativamente sulla qualità della vita personale, lavorativa, sociale e sentimentale dell’individuo, arrivando fino al punto di limitare la vita della persona stessa e provocare disturbi fisici come disturbi cardiocircolatori, gastro intestinali, cefalee e tensioni muscolari croniche.

L’elemento fondante che accomuna i sintomi ansiosi come le fobie, gli attacchi di panico, il rimuginio o i pensieri ossessivi è la PAURA; il contenuto cognitivo di questa emozione è caratterizzato da una percezione sproporzionata del pericolo e minaccia e dalla percezione svalutante delle proprie capacità di farvi fronte(Power e Dalgleish, 1997) per cui la minaccia viene sopravvalutata e le proprie capacità e possibilità di azione e difesa sono sottovalutate. 

Un’altra caratteristica che accomuna le persone ansiose è la tendenza a fare previsioni negative e catastrofiche sugli eventi, sopravvalutando il rischio che si verifichino realmente ed aspettandosi il peggior scenario possibile. La tendenza ad immaginare conseguenze catastrofiche viene considerata dalle persone ansiose una forma di “difesa” contro l’imprevedibilità del futuro per cui pensare al peggio rappresenta per queste persone una forma di previsione, controllo e rassicurazione.

I più comuni disturbi ansiosi sono il disturbo d'ansia generalizzata (DAG), il disturbo da attacchi di panico, la fobia sociale, le fobie specifiche, il disturbo post traumatico da stress.

 

QUALI SONO I SINTOMI DELL'ANSIA

L'ansia è un'emozione ed una condizione fisiopsicologica caratterizzato da un vissuto di preoccupazione, agitazione e timore. I principali sintomi di ansia sono dunque legati all'attivazione somatica e si manifestano con tensioni e dolori muscolari, aumento della pressione sanguigna e della respirazione, sudorazione, vertigini, disturbi gastrici e/o intestinali, formicolii agli arti o alla lingua e alla bocca, disturbi del sonno, disturbi dell'alimentazione, nervosismo, sensazione di testa vuota e incapacità di concentrarsi, sensazione di stordimento e perdita di controllo, sensazione di svenimento ecc. 

Questi sintomi possono manifestarsi con qualità, frequenza ed intensità variabili e diverse da individuo a individuo. 

 

LE COMPONENTI DELL’ANSIA

L’ansia è caratterizzata da quattro diverse componenti (Seligman, Walker & Rosenhan, 2001):

1.   COMPONENTE COGNITIVA: è caratterizzata dai PENSIERI che si fanno in merito alla SITUAZIONE ed a SE STESSI nella situazione. Nell’ansia sono tipicamente presenti le seguenti tipologie di pensiero: 

·      Focalizzazione sugli aspetti percepiti come minacciosi 

·      Valutazioni irrealistiche e irrazionali della realtà̀: ad esempio, considerare il giudizio circa la riuscita o meno in un compito come un giudizio globale sulla persona ("se non riesco a fare questo sono un incapace.") 

·      Autosvalutazione: ad esempio pensare di non essere in grado si svolgere un determinato compito, di non essere all'altezza, di non potercela fare; 

·      Catastrofizzazione: ovvero sopravvalutare la situazione esterna fino a convincersi che è qualcosa di incontrollabile, sentendosi del tutto sopraffatti da essa come di fronte ad un cataclisma 

·      Perfezionismo: tendenza a rimandare continuamente di affrontare un compito fino a quando non ci si ritiene perfettamente preparati. Rimandando continuamente la sua esecuzione. 

2.   COMPONENTE EMOTIVA: il vissuto tipico dell’ansia è quello della PAURA, del terrore o del panico associati a manifestazioni somatiche.

3.   COMPONENTE SOMATICA: la componente somatica dell’ansia comprende le manifestazioni fisiologiche legate all’attivazione ansiosa. Il corpo si prepara ad affrontare il pericolo attivando l’organismo e predisponendosi alla lotta o alla fuga (reazione di attacco o fuga) attraverso una serie di modificazioni: aumento della pressione sanguigna, aumento del flusso sanguigno diretto ai principali distretti muscolari, aumento della sudorazione, aumento o irregolarità degli atti respiratori, riduzione del flusso sanguigno ai visceri, dilatazione delle pupille, pallore cutaneo e tremore.

4.   COMPONENTE COMPORTAMENTALE: sono messi in atto comportamenti volontari e involontari finalizzati alla fuga e all’evitamento della minaccia. Comportamenti di evitamento e fuga tuttavia, spesso sono disadattivi e controproducenti poiché portano ad un “restringimento” delle attività di vita e del benessere della persona affetta.

 

QUALI SONO I DISTURBI D’ANSIA 

I disturbi d’ansia sono molto frequenti, e costituiscono i disturbi psicologici maggiormente diffusi, soprattutto nella popolazione femminile.

Possono presentarsi da soli o, come accade spesso, associati ad altri disturbi quali depressione, abuso di sostanze, di alcol o disturbi della personalità. Hanno tutti in comune un vissuto caratterizzato da timore e paura e la presenza di comportamenti di evitamento o protettivi che, nel medio-lungo periodo, rappresentano essi stessi un disturbo che limita la vita dell’individuo.

Le ricerche mostrano che l’ansia si trasmette nelle famiglie non tanto come elemento ereditato geneticamente, quanto piuttosto come disturbo sensibile alla presenza di specifici fattori di vulnerabilità ed apprendimento (Barlow, 2002).

Il DSM-V (il Manuale Statistico e Diagnostico utilizzato a livello internazionale per diagnosticare i disturbi mentali) comprende e definisce i seguenti disturbi d’ansia (come indicato anche nella figura sottostante):

1)    Disturbo d’ansia da separazione

2)    Mutismo selettivo

3)    Fobia specifica

4)    Disturbo d’ansia sociale

5)    Agorafobia

6)    Disturbo d’ansia generalizzato

7)    Disturbo d’ansia da condizione medica

8)    Disturbo d’ansia specifico

9)    Disturbo d’ansia non altrimenti specificato

 

IL MECCANISMO DELL’ANSIA

L’ansia ed i disturbi ad essa correlati come fobie, ansia generalizzata o attacchi di panico, condividono il meccanismo generale di funzionamento che potremmo semplificare nel modo seguente:

A) EVENTO SCATENANTE: è l’evento che provoca la reazione ansiosa di timore e preoccupazione. Piò trattarsi di un pensiero, un ricordo, un’immagine o una considerazione interna, un oggetto o una situazione esterna che provocano in noi una reazione di allarme;

B1) INTERPRETAZIONE COGNITIVA: è l’interpretazione soggettiva che viene data all’evento scatenante. Si tratta prevalentemente di pensieri negativi e catastrofici, caratterizzati da un vissuto di apprensione e da previsioni pessimistiche. Questi pensieri –spesso automatici ed inconsapevoli – costruiscono il nostro dialogo interno ed influenzano le nostre emozioni, il nostro stato d’animo e anche il nostro stato di attivazione fisiologica (se pensiamo ad una cosa piacevole proveremo emozioni gradevoli e positive come piacere, gioia e gratificazione; viceversa, se pensiamo ad una cosa spiacevole come preoccupazioni o previsioni catastrofiche, le nostre emozioni saranno di natura spiacevole e di allarme e proveremo paura, inquietudine, rabbia ecc.)

B2) ATTIVAZIONE FISIOLOGICA: sono tutte le modificazioni fisiologiche e somatiche indotte dall’ansia. SI tratta delle stesse modificazioni delle reazioni di attacco/fuga. Tra i segnali più comuni sono presenti aumento del battito cardiaco, difficoltà di respirazione, aumento della sudorazione, vertigini, brividi, tremori, dolori muscolari. Questi segni di allarme possono aumentare in maniera parossistica fino a bloccarci o a degenerare in un attacco di panico.

C) STRATEGIE COMPORTAMENTALI: le strategie comportamentali sono i comportamenti e le azioni che concretamente agiamo quando siamo preoccupati/spaventati. Le più comuni sono conosciute come STRATEGIE DI EVITAMENTO o fuga e consistono nell’evitare il confronto con ciò che spaventa o preoccupa al fine di alleviare il senso di apprensione e l’ansia. Tali strategie, se da una parte riducono efficacemente il disagio soprattutto nelle fasi iniziali, dall’altra peggiorano le cose poiché non rendono possibile misurarsi con la reale pericolosità di una situazione, né risolvere una situazione di pericolo o che ci preoccupa. 

Inoltre, evitare di affrontare qualcosa che ci fa paura ci impedisce di fare due cose importantissime:

1)    confutare la pericolosità della minaccia per avere una valutazione oggettiva e più realistica degli eventi

2)    affrontare la situazioneper risolverla e per imparare nuove strategie di fronteggiamento

 

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